Abruzzese, classe ’84, un passato da giocatore Minors, un presente da allenatore Salus. Amato dai ragazzi, confermatissimo dalla dirigenza: Marco Di Biase lavorerà con il gruppo 2003 anche per la prossima stagione. Lo abbiamo incontrato durante i primi allenamenti U16: queste le sue parole, le sue impressioni.
Eccoci, Marco. Per il 2° anno consecutivo sarai capo allenatore dei nostri 2003. Tanto per cominciare, ti chiedo un’opinione generale sul gruppo che, oramai, conosci perfettamente.
“Sono davvero contento di poter continuare il percorso di crescita con gli under 16. L’annata 2003 consta di un gruppo di ragazzi molto volenterosi di imparare, che vogliono migliorare sia da un punto di vista tecnico che sotto il profilo umano. Mi ritengo molto fortunato, perché vedo in loro tutta la grinta e la passione che provo a mettere in quello che faccio ogni giorno, ogni allenamento.”
La nuova stagione è alle porte. C’è stato un momento, un’emozione particolare dello scorso anno che ricordi con particolare piacere?
“Assolutamente sì. La vittoria contro Modena, una vera e propria corazzata, che prima di allora non aveva mai perso in “regular season”. Mi ricordo la sirena finale, i ragazzi che hanno fatto invasione di campo per festeggiare. Attimi bellissimi.”
Hai cominciato la tua carriera da allenatore dopo la sfortunata operazione al ginocchio. E’ stata una decisione forzata, o pensavi già che, prima o poi, ti saresti visto su una panchina?
“Non è stata una decisione forzata, per nulla. In poco tempo ho scoperto che allenare ti da la stessa adrenalina del giocato anche se, ovviamente, ti devi abituare al nuovo ruolo. Ma vedere i giovani che si fidano e che provano a fare quello che tu, faticosamente, gli vorresti insegnare… beh, è meglio di una tripla allo scadere”
Sei di Lanciano, Abruzzo, terra di basket. Com’è stato il primo impatto con Bologna, proprio dal punto di vista cestistico?
“Un tempo in Serie A c’erano la Teramo di Poeta e la Roseto di Mario Boni, è normale che io mi sia appassionato alla pallacanestro. Ma ho sempre considerato Bologna la vera Basketcity italiana. Parlando anche delle giovanili, il livello è davvero altissimo, almeno per quanto ho potuto notare dalla mia breve esperienza da Coach.”
E’ il tuo quarto anno in Salus. Dal 2015 ad oggi, quanto pensi di essere cresciuto come allenatore e, soprattutto, in che misura ti ha aiutato a crescere un ambiente come il nostro.
“Tantissimo, da ogni punto di vista. La Salus è una società che punta molto al miglioramento dei suoi allenatori. Io ho cominciato qui la mia “carriera”, dapprima come assistente di Max Bacchilega e, successivamente, come vice di Davide Castrianni. Quest’ultimo, in particolare, mi ha aiutato nell’autonomia della gestione di un gruppo. Personalmente, non potevo chiedere di più.”
Consiglieresti ad un appassionato di basket di venire a vedere una partita della nostra Under 16?
“Io consiglio a chiunque di vedere una partita di basket giovanile in generale, è proprio una pallacanestro diversa rispetto a quella cui solitamente si è abituati. Abbiamo negli occhi i campioni NBA, la Virtus o la Fortitudo, ma il basket non è soltanto questo. E poi, le nostre partite finiscono sempre al cardiopalmo. Con i nostri ragazzi non ci si annoia mai!”
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