Max BacchilegaAbbiamo avuto il piacere di intervistare uno dei nuovi volti della Salus 2014 – 2015,  Massimo ‘Max’ Bacchilega, da quest’anno perno del settore giovanile.

Ciao Max, benvenuto. Descrivici come si compone la tua giornata

Salve a tutti, la mattina lavoro come impiegato in un’azienda di Imola che si occupa di rappresentanza; nel pomeriggio invece mi dedico interamente alla pallacanestro. Vivo da circa un anno a Bologna con la mia ragazza Francesca a poca distanza dalla palestra Alutto.

Come hai iniziato la tua carriera di allenatore delle giovanili?

A venti anni, dopo aver smesso di giocare, sono entrato nello staff dell’Andrea Costa Imola, squadra della mia città, dove ho fatto tutta la trafila e dove, dal 2000 ho ricoperto il ruolo di capo allenatore delle giovanili dall’under 14 all’under 19. Dal 2009 al 2013 sono stato nominato responsabile tecnico del settore giovanile e nel 2009 ho anche conseguito il tesserino di allenatore nazionale. Dal 2005 al 2011 ho ricoperto anche il ruolo di  secondo assistente della prima squadra, potendo lavorare con capi allenatori del calibro di Demis Cavina, Alberto Martelossi, Massimo Bianchi, Maurizio Lasi e Federico Fucà. 

Il tuo nome è da sempre affiancato a quello dell’Andrea Costa Imola, c’è qualche giocatore, persona o aneddoto che desideri citare e ricordare?

Ringrazio tutti i miei compagni di viaggio (ragazzi, colleghi allenatori, dirigenti), tutte persone con le quali ho condiviso 14 anni indimenticabili; desidero però spendere un particolare ricordo per Fulvio Zavagli, responsabile organizzativo del settore giovanile di Imola che ebbe il coraggio di puntare su di me come possibile allenatore quando avevo solo 20 anni.

Cosa ti ha convinto a passare dall’Andrea Costa, dove ormai eri un’istituzione, alla Salus?

Sono stato convinto dalle idee del presidente Arletti, Federico Gatti e Davide Castrianni per quel che riguarda il lavoro in team e la crescita dei ragazzi. La nostra idea è quella di fare crescere tutti i nostri gruppi dal punto di vista tecnico, fisico e umano, senza trascurare mai nessuna delle tre componenti,  cercando contemporaneamente di dire ‘la nostra’ in ogni campionato a cui prendiamo parte.

In prospettiva in cosa credi che possa consistere il tuo lavoro ?

Dobbiamo cercare di allargare il numero di bimbi iscritti al minibasket, consolidare la già ottima struttura tecnica ed organizzativa condividendo idee per poi magari tra qualche anno riuscire a partecipare a qualche campionato di eccellenza e a lanciare nostri giocatori in prima squadra.  

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