Abbiamo rivolto alcune domande a Luca Palmieri, playmaker titolare della Salus oltre che veterano di mille battaglie alla corte di Anzola.

 

Quando hai mosso i primi passi nella pallacanestro e dove?

Ho iniziato all’epoca delle elementari nel minibasket del mio paese, il Basket Piumazzo. Ho poi fatto la trafila delle giovanili nell’allora Burghy Modena.

 

Descrivici le tappe salienti della tua carriera.

Come già detto ho iniziato le giovanili a Modena dove negli ultimi 2 anni da juniores ho giocato in doppio tesseramento con la Verdeta Modena (C1). Da li sono andato in B1 a Porto San Giorgio e poi sempre in B1 con il ritorno a Modena nell’Amadio. B2 a Castelmaggiore e B2 a Forlì, dove ho giocato 2 anni centrando la promozione in B1. B1 nella Virtus Imola, B1 nel Gira Ozzano, con una coppa Italia vinta e una finale promozione persa contro Teramo. Sono poi andato in B1 a Padova da lì sempre in B1 a Vigevano, a seguire ho giocato 3 stagioni B1 nuovamente nel Gira Ozzano, in C1 a Gualdo Tadino, dove ho centrato la promozione in B2. Infine due anni in B2 ad Anzola, nel corso dei quali ho perso la finale promozione contro Cremona. Infine la Salus nelle ultime due stagioni.

 

Nella vita di tutti i giorni solo basket o anche altre professioni?

Lavoro con mia moglie nel nostro studio di fisioterapia

 

 Cosa deve fare la Salus di quest’oggi per cercare di ovviare a queste pause di gioco che la bloccano in alcuni momenti cruciali. Prima di tutto recuperare tutti i giocatori infortunati poi lasciare da parte gli alibi e darci dentro cercando di fare cose semplici che servano alla squadra. In un momento duro, dove non arrivano i risultati, nessuno ti aiuta e regala qualcosa. Bisogna quindi lavorare, lavorare ed aiutarsi.

 

Quali le squadre che maggiormente temete per quel che è la lotta salvezza?

Personalmente credo solo noi stessi, se giochiamo come sappiamo non dobbiamo temere nessuno.

 

Quale il compagno del passato di cui ti ricordi maggiormente? E per quale ragione?

Federico Ferrari perché abbiamo fatto tutte le stagioni modenesi insieme ed è stato il mio testimone di nozze.

 

Qualche rimpianto per la tua carriera. Magari qualche occasione perduta quando eri ad altri e più alti livelli?

Forse all’epoca del Gira, quando perdemmo alla “bella” contro Teramo per salire in Legadue. Chissà se le cose fossero andate diversamente forse la mia carriera avrebbe potuto prendere una piega differente.

 

Dopo tanti anni a giocare in categorie superiori da due consecutivi sei in C dilettanti. Quale, o quali, le maggiori differenze con gli avversari e con il tipo di gioco?

Nelle categorie superiori sicuramente il gioco era più fisico. La difficoltà principale sta nel fatto che ero abituato ad essere meno marcato dagli avversari in quanto avevo un ruolo diverso e il mio modo di giocare era differente.

 

Hai forse qualche scaramanzia da spogliatoio che ti segue da sempre? Oppure sei privo di sortilegi pre partita?

Non ho scaramanzie particolari ma ormai giocando da tante stagioni il pre-partita ormai è un’abitudine e le cose che faccio sono sempre le stesse.

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