Bolognesissima, classe ’92, Michela Vecchietti è la punta di diamante del nostro settore Minibasket. Laureata in scienze motorie, la “Michi” segue da tanti anni i gruppi dei bambini più piccoli, che con lei si affacciano per la prima volta alla pallacanestro. L’abbiamo incontrata…

“Bentrovata, Michela! Oramai, anche la stagione del minibasket Salus sta per iniziare. Domanda a bruciapelo: qual è il punto della situazione, al 13 Settembre? Qual è l’obbiettivo?”

“Portare in palestra sempre più giovani deve essere il nostro obbiettivo principale. Ci sono troppi bambini che passano il tempo a casa, sul divano, senza avvicinarsi alle prime esperienze motorie e agli iniziali approcci allo sport. Le basi ci sono, il presente è molto buono, ma bisogna sempre cercare di trovare intuizioni e stimoli nuovi per migliorare, e per migliorarsi.”

“Come mai hai deciso di diventare istruttrice? C’è un ricordo della tua esperienza che ti ha particolarmente emozionato?”

“Gioco a basket da una vita, ma l’idea di cominciare ad insegnarlo non mi era mai passata per la testa. E’ stato frequentando la Facoltà di Scienze Motorie che, per la prima volta, mi sono messa in gioco con un gruppo di ragazzini, ed è per questo che ho continuato sino ad oggi. Ti dirò, non c’è stato un momento particolare: quello che riesco a trasmettere attraverso lo sport è ciò che mi permette di divertirmi e di andare con il sorriso in palestra, ogni giorno.”

“Negli ultimi anni hai sempre avuto a che fare con i gruppi delle cosiddette “fasce basse”. Ti sarebbe piaciuto provare a prendere in mano un gruppo Esordienti o, addirittura, gli Under 13?”

“Sì, in passato c’è stata la possibilità che quest’opzione diventasse concreta. Mi sarei arricchita di nuove conoscenze, che avrei potuto sfruttare anche con i piccoletti. Al momento, è una strada che non ho ancora intrapreso, anche perché in cantiere ci sono tanti altri progetti. Però, chissà, in un futuro…” 

“Il basket femminile italiano è in continua ascesa: basti pensare che le Under 16 sono diventate, un paio di settimane fa, campionesse d’Europa. Si può dire che anche il minibasket sta diventando più “rosa”?

“In Italia il femminile sta lavorando benissimo, e i risultati sono lì da vedere. L’under 16 è solo l’ultimo esempio: ma ci sono tantissime giocatrici (come la Zandalasini, ndr) che stanno facendo divertire, e a cui si ispirano un sacco di ragazzine. Assolutamente sì: anche nel minibasket c’è stata una crescita esponenziale, ne è prova il fatto che molte società si siano dedicate nello specifico ai gruppi in rosa. Spero davvero che si possa continuare così.”

“Sei diventata con il tempo una figura di riferimento, non solo nella nostra società ma in tutto il ”Mini” bolognese. A questo proposito, ti chiedo se ci sono istruttori che ti hanno influenzato e se, sul campo, hai avuto modo di legare e fare amicizia con qualche collega in particolare.”

“Sicuramente, ci sono tanti istruttori da cui ho imparato e che mi hanno influenzato. Il primo è stato proprio Davide, che mi ha insegnato come si fa a gestire un gruppo e, soprattutto, come si porta avanti una squadra nel corso del tempo. Sulle amicizie… sì, davvero tantissime. Credo sia la parte più bella di questo mondo. Una volta, qui in Salus, c’era un tris di donne speciali… la Chiara, la Raffi e la Bea. Anche oggi, incastrando i vari impegni, ogni tanto si riesce ad uscire per una birretta! Questi sono legami che vanno oltre la palestra e la pallacanestro.”

“Ore 17. Prima lezione della nuova stagione. Con che frase esordisci?”

“Ore 17, lunedì 17… si inizia con “Come sono andate le vacanze?” … E si finisce sempre con il solito urlo: “Un, due, tre: “PAPERO!”

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