Bolognese purosangue, come dimostra il suo tatuaggio con le Due Torri. Giovanissimo, nato il 10/1/96 come Giorgio Carli, con cui condivide la palma di allenatore più in erba della società. Luca Marcheselli è al secondo anno all’interno del nostro staff tecnico: un investimento sicuro per il futuro, su un ragazzo che ha già dimostrato tanta voglia di crescere unita ad una grande maturità. Lo abbiamo incontrato, per una breve intervista.

Caro Luca, sei stato una delle piacevoli sorprese della passata stagione e, quest’anno, per te è arrivata una meritata riconferma. Hai tenuto due gruppi: ci faresti una piccola presentazione?

“Certo. Faccio il vice di Max Bacchilega al gruppo Under 14 Gold, e il capo degli Under 14 regionali: si può dire che, rispetto alla passata stagione dove ero inserito in 4 gruppi diversi, ora mi sono focalizzato sull’annata 2005. Con i primi, abbiamo deciso di continuare il nostro percorso a livello Elite e, finora, i risultati ci stanno dando ragione: le vittorie contro Reggiana e Piacenza lo testimoniano, stiamo già facendo meglio di un anno fa. Con i secondi, veniamo da un’esperienza nel CSI: la scelta societaria è stata quella di alzare l’asticella partecipando ad una categoria FIP, il che comporta maggior impegno e maggior responsabilità. 

Come dicevi prima, quest’anno ricopri sia la figura del capo che del vice-allenatore. Quali sono gli aspetti che cerchi di curare maggiormente, nell’una e nell’altra veste?

“Sono due ruoli totalmente diversi: il vice deve cercare di vedere quello che sfugge al capo-allenatore; ha molto più dialogo con i ragazzi e deve sempre provare a rapportarsi con loro, ogni volta che qualcosa non va. Da Coach, al contrario, il mio è compito è star dietro alle questioni tecnico-tattiche non più in relazione al singolo individuo ma alla squadra, e si tratta ovviamente di una posizione che comporta maggior potere decisionale. La mia fortuna è che, da quando sono in Salus, ho avuto a che fare con due allenatori che mi permettono di avere carta bianca su tante cose, dimostrando di avere fiducia in me e in quello che sto facendo.”

Sei il coach più giovane del nostro staff: nel tuo futuro, vedi la panchina come un semplice passatempo? O vorresti provare a farne qualcosa in più?

“Bella domanda. Ora come ora, faccio fatica a darti una risposta: sto completando il mio percorso di studi in Scienze della Formazione, non so cosa potrà succedere in futuro. Mi rendo conto che l’università e il basket sono due strade diverse tra loro e che arriverà, prima o poi, il momento in cui bisognerà fare una scelta: in realtà, considero anche adesso il basket qualcosa in più di un hobby, forse già un lavoro. Sono sempre presente in palestra, ed è vero che mi tiene impegnato solo per mezza giornata, ma per tutti i giorni della settimana. Nella mia testa, è un lavoro vero e proprio da svolgere al meglio.”

Hai parlato di Scienze della Formazione. Quanto ti ha aiutato a sviluppare il tuo percorso da istruttore/allenatore?

“Tantissimo. La parola chiave è pazienza: per essere buoni educatori ed istruttori bisogna necessariamente imparare ad essere il più possibile tranquilli e rilassati, perché quando si perde il controllo della situazione dopo scatta il panico. Ho lavorato molto anche sul discorso del rapporto dialettico, perché la preoccupazione principale di un educatore è quella di saper spiegare le cose ai ragazzi, per fare in modo che i concetti siano chiari e che arrivino nella testa di ognuno di loro. A volte, se loro non capiscono non è perché loro non vogliano capire: ma la colpa magari è mia, perché non sono riuscito a farmi capire. Devo sempre mettermi in discussione.”

Anche tuo fratello Andrea fa parte dello Staff. Avete avuto modo di lavorare assieme in passato? Vi confrontate spesso?

“Beh, ti dico solo che lui è stato il mio coach quando ho cominciato a prendere in mano la palla da basket, ai tempi della PGS Corticella. Allenatore fuori, fratello in casa… non benissimo! Nel 2015 abbiamo vinto la 1° Divisione: lui sedeva in panchina, io ero l’under tartassato sia da lui, che da tutti i miei compagni. Scherzi a parte, ci siamo sempre confrontati sui 2005 e lo ascolto volentieri, anche perché riconosco che lui sia più bravo di me, e ha molta più esperienza di me. Accetto meno le sue critiche, ma questo è un altro discorso…”

Veniamo all’ultima domanda! Se ci fosse il Derby Salus – PGS Corticella di Promo… beh, come la vivresti?

“C’è il mio amico Gioele che allena, ci sono tanti ragazzi che giocano a cui ho fatto da vice… e il gruppo storico della PGS si è sfaldato col tempo. Credo che la vivrei molto serenamente. Forza Salus!”

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