Se c’è un allenatore in rampa di lancio che la Salus ha avuto il merito di lanciare, si tratta, senza dubbio, del giovanissimo Gioele Naldi. A 25 anni non ancora compiuti, Gioele sarà a capo di due gruppi giovanili (Under15 e Under20/Promozione) e resterà, in qualità di vice, sulla panchina della Serie C Gold. Lo abbiamo incontrato ai nastri di partenza della nuova stagione. Ecco le sue parole.

Caro Gioele, siamo ormai prossimi al via della nuova stagione. Essendo stato confermato al ruolo di vice-allenatore della nostra serie C Gold, ti chiediamo uno sguardo generale al campionato sta per iniziare. Quali sono le favorite, e come vedi la Salus.

“Senza dubbio, nel corso degli anni, la C Gold ha dimostrato di essere un campionato molto competitivo. Ne è la prova il fatto che le ultime vincitrici (Lugo, ad esempio) hanno disputato delle ottime stagioni in serie B, senza patire il salto di categoria. Per il 2018/19, vedo due squadre sopra le altre: certamente Rimini, che si è rinforzata ulteriormente con l’acquisto di Rivali, l’ex play titolare di Montegranaro. Forse, però, il Bologna Basket è ancora più forte, con l’arrivo di Fontecchio e del “nostro” ex Polverelli. A seguire, ci sono tantissime formazioni che si giocano un posto importante nei playoff, Salus compresa.”

Rispetto alla scorsa stagione è arrivato Luca Ansaloni come head-coach, mentre non c’è più la figura del terzo allenatore. A seguito di questi cambiamenti, anche i tuoi compiti sono stati modificati e rivisitati?

“Tecnicamente, per un vice cambia davvero poco: il mio compito principale è quello di dare una pacca sulla spalla ai giocatori e lavorare duramente con loro a livello individuale, esattamente come facevo lo scorso anno. Certo, non avere un “terzo” significa avere impegni maggiori: un esempio è lo studio delle squadre avversarie. Se prima mi occupavo soltanto delle caratteristiche dei singoli, ora mi devo concentrare anche sull’esame degli schemi offensivi. Ma non è un problema, perché sono carico e con tanta voglia di imparare.”  

Passiamo ai campionati giovanili. Dopo aver affrontato negli ultimi due anni il campionato regionale, i 2004 giocheranno l’élite. E’ un salto davvero importante, e stimolante: come lo state vivendo, tu e i ragazzi?

“Siamo felici, pronti, per nulla spaventati. Ci sarà molto da lavorare, perché ci dovremo abituare a squadre fatte di giocatori con un talento fisico, ancor più che tecnico, superiori al nostro. Incontreremo, e avremo a che fare con ragazzi già formati, che in campo dimostrano un’età maggiore rispetto a quella anagrafica. Anche per questo, in programma c’è una serie di amichevoli organizzate apposta per testare la nostra condizione. Pur sapendo che, per migliorare, non c’è altro rimedio che l’umiltà, l’abnegazione, e il lavoro in palestra.” 

Passiamo al gruppo Under 20, forse la vera novità che ti riguarda perché, per la prima volta, ne sarai alla guida. Con loro disputerai il campionato di Promozione. Come mai questa scelta?

“Abbiamo deciso di abbandonare l’idea di disputare un’ultima annata nelle giovanili, per vari motivi. Sicuramente, non avevamo numeri sufficienti fra i 99/2000: ma, al contempo, c’è stata la volontà di proseguire un percorso di sviluppo per i 97/98 all’interno della società Salus. Un percorso che si sarebbe completato soltanto con l’ammissione ad un campionato Senior, con atleti Senior, giocatori con caratteristiche diverse rispetto ai nostri giovani e, ovviamente, con un differente bagaglio di esperienza. Per questo, abbiamo convenuto che iscriversi in Promozione fosse la soluzione migliore dal punto di vista formativo.”

In pochi anni, sei passato dai linoleum del CSI al parquet della C Gold. Hai cominciato neppure maggiorenne, e ora ti stai affermando sempre di più come allenatore, anche fra i colleghi. Come ti vedi fra dieci anni? Speri di riuscire a fare del basket un lavoro?

“Ho cominciato ad allenare alle Superiori, a 17 anni, grazie al PGS Bellaria. Ovviamente ho iniziato per gioco, facendo il vice in alcuni gruppi giovanili. Successivamente, i quattro anni del CSI sono stati fondamentali: lì ho capito davvero che la palestra era il mio posto, e che non potevo fare a meno della panchina e della pallacanestro. Tuttavia, è stato in Salus che ho preso contatto per la prima volta con una società solida, ben strutturata, che mi ha permesso di lavorare con tantissimi coach ben preparati. Come mi vedo fra 10 anni? Non ne ho idea. Però, se diventasse davvero un lavoro, sarei felicissimo.”

Domenica di campionato. Hai appena perso di 1 allo scadere con la tua squadra giovanile. Fra un paio d’ore gioca la serie C… Come la vivi?

“Pensa che l’anno scorso, la stessa Domenica, sono stato eliminato dai play-off sia con i 2004 che con la serie C…”

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